EMANUELE BERNASCONI

Chi è Emanuele Bernasconi?

Campione indiscusso non ha certo bisogno di presentazioni nell'ambiente del tiro a volo. Reduce da un fine settimana carico di emozioni al trap Concaverde di Lonato del Garda, che lo incorona Campione Italiano categoria Eccellenza, incontriamo Emanuele Bernasconi per provare a conoscere meglio il campione e l'uomo.

Dove vivi e qual'è il tuo lavoro?

Vivo a Palombara Sabina, paesino a nord est di Roma.
Sono un carabiniere in servizio presso la Scuola di perfezionamento al tiro dell’ Arma.

Cosa ti piace di più del tiro a volo? Come è nata questa passione?

Del tiro a volo mi piace la sfida mentale che genera una gara, una competizione: sei solo, solo contro te stesso.
Questa passione mi è stata trasmessa da mio padre, che ha fatto sacrifici per farmi sparare e tutte le mie vittorie sono anche sue.

Quanti anni avevi quando hai preso in mano il tuo primo fucile? E i primi risultati?

Ho preso in mano il fucile da tiro all’età di 13 anni. I miei primi risultati sono stati altalenanti, tra (pochi) alti e (molti) bassi.

emanuele-beretta.jpg


Da piccolo avevi un campione sportivo?

Il mio campione sportivo di riferimento è stato e sarà sempre Gabriel Omar Batistuta, il Re Leone, mai domo, lottatore fino allo stremo.

Puoi raccontarci il tuo palmares?

Ho vinto vari titoli italiani, europei ed iridati nella FU e nel Double Trap, una Coppa del Mondo nel Trap ma la vittoria più bella della mia carriera, anche se non la più importante, è stata la recentissima conquista del titolo Italiano di Trap, che ha un sapore speciale perché arrivata a 45 anni, dopo numerose vicissitudini lavorative e personali.

C'è una gara che vorresti rifare?

Non c’è una gara che vorrei rifare perché fanno tutte parte di un percorso di crescita, vittorie ma soprattutto sconfitte.

Con i tuoi avversari che rapporto c'è?

Con i miei “avversari” ho un rapporto di stima ed amicizia anche perché ritengo il nostro sport una “disciplina mentale” e la sfida reale è con noi stessi e non contro altri tiratori.

Hai dei campi di gara preferiti in Italia e all'estero?

Indubbiamente il mio campo di gara preferito in Italia è il trap Concaverde di Lonato, semplicemente perché è una delle migliori strutture al mondo.
Sono legato affettivamente al tiro a volo Montopoli perché è il campo dove sono cresciuto e dove mio padre ha lavorato. Se devo menzionare qualche campo all’ estero non posso che far riferimento a Cipro dove ho vinto il mio primo Mondiale da junior e il Sultanato del Brunei, una struttura da favola, considerata all’ epoca la più bella struttura sportiva del Mondo, superiore a Wimbledon a sentire gli addetti ai lavori, ora purtroppo credo sia stata dismessa.
 

emanuele-pesca.jpg


Quali sono i segreti di un tiratore? Che consigli daresti a un giovane che vuole intraprendere questa strada?

Il tiratore non ha segreti particolari: come in tutti gli sport serve umiltà, costanza e dedizione, credere sempre in se stessi, soprattutto quando ti danno per spacciato
Sicuramente per un giovane che si approccia al tiro a volo è importante mettersi nelle mani di una persona che sia in grado di dargli le basi tecniche e non solo. Ci sono ragazzi che hanno la fortuna di interfacciarsi con persone competenti e vincenti che riescono a trasmettere la giusta mentalità. Deve credere fermamente nei propri sogni e lottare fino in fondo per realizzarli.

L'età non sembra essere un ostacolo nel tiro a volo, ma come si può restare competitivi così a lungo e imporsi su atleti anche più giovani?

Per restare competitivi così a lungo è fondamentale fare una vita regolare, comportarsi da atleta nella vita di tutti i giorni e non solo durante le competizioni.
Curare l’ alimentazione...una volta lessi da qualche parte “siamo quello che mangiamo”...

Qual'è il tuo rapporto con l'integrazione?

Personalmente credo molto nell’ integrazione abbinata ad un'alimentazione corretta.
Gli integratori mi hanno aiutato non poco nelle ultime prestazioni e sono convinto che. soprattutto nella finale per la conquista del titolo, mi abbiano dato un contributo importante.
Le finali ISSF sono veramente impegnative e se non si riesce a rimanere lucidi e sotto tensione per un ora e più, si rischia di mandare in malora tutto il lavoro svolto fino a quel momento per giungere al traguardo.

Il ricordo più bello da tiratore?

Ricordo più bello da tiratore? Non posso che menzionare il titolo italiano appena conquistato perché, come detto prima, porta con se mille sfaccettature  ed è frutto della crescita umana e sportiva di un tiratore come molti altri.

Qual'è il tuo sogno come sportivo e come uomo? Progetti per il futuro?

Come sportivo il sogno è di potermi migliorare ancora adesso, all’ età di 45 anni: voglio mettermi in gioco per imparare sempre di più da questa magnifica disciplina sportiva.
Come uomo credo di avere il sogno di molti: essere per i miei figli il miglior papà che possano avere. Spero i miei figli possano essere un giorno orgogliosi di me.
Non ho particolari progetti per il futuro, sono pronto ad accettare le sfide che la vita sportiva e non mi presenterà.
Pronto a lottare, come sempre, fino alla fine.
 

emanuele-marerit.jpg



 


  Tags